La grande gita

Titoloni sempre più enigmatici.
E intro sempre più lapidarie.

Di cosa parliamo oggi? Era da tanto che non scrivevo due post consecutivamente, ma del resto sapete perchè, visto che vi proppino le stesse frasi iniziali da qualche settimana a sta parte.

Questa volta parlerò di una cosa che tutti noi conoscono e di cui nessuno parla mai.
Mi piace essere sibillina, in una vita passata sicuramente ero un oracolo di qualche buco di culo di paese di pecorai disperso su per qualche monte greco.

Oggi parliamo dei sexy shop. E spero che mia madre non legga pure sto colpo.


Parlerò più precisamente del sexy shop vissuto da me, e presumo da molte altre donne su questo pianeta.
Quando ho compiuto i 18 anni la prima cosa a cui ho pensato non è stata 'uhhhh la patente!' 'uuuhhhh posso bere!' - anche perchè all'epoca si poteva bere già dai 16 anni fuori dal trentino, quindi per ora non mi sembrava una cosa così scandalosa -. 
No, ho pensato 'posso entrare in un sexy shop'.
Se solo avessi saputo non mi sarei emozionata così tanto.
Però ecco, presa la patente la prima gita che ho fatto fuori porta è stata ad Affi per visitare il famigerato sexy shop. 
Beh, dire che ero delusa era poco. Un buco assurdo, con una commessa rancida.
Un avanzo di donna, consumata da sigarette e noia, con un porro enorme sul labbro superiore che gridava pietà. Non me la ricordo effettivamente, ma ho sempre avuto questa immagine di lei nella mia piccola e contorta mente.
Il negozio erano tre metri quadrati di buio, rosso e lattice. E devo dire che era anche ben messo rispetto ad altri posto che visitai in seguito. 
Però dire che ero delusa era poco.
Ma poi chissà che mi aspettavo.


In fin dei conti all'epoca mica lo sapevo che non si poteva edulcorare l'immagine di un pene. Mettere delle stelline e rendere più fantastica una vagina. Non ci si può aspettare di entrare e trovare un ambiente da intimissimi. Ma almeno uno da Victoria's Secrets - sono talmente povera che manco so come si scrive -. 
Però nel corso degli anni ho capito questo concetto: un pene è un pene. Punto. E non si può pretendere che il posto che lo vende sia da meno.
E sopratutto ho notato come sia indispensabile che sia tutto rozzo e poco fine, in particolar modo i commessi. 
Se un commesso è disponibile, gentile, sciolto e disinibito ti puzza di falso. Nessuno può essere felice di vendere cazzi di gomma, in più non è naturale venderlo come se stessi vendendo calzini.
Qualche settimana fa mi facevo scortare da un'amica in uno di questi miei giri verso sodoma e gomorra e siamo incappate proprio in una di queste venditrici porta a porta di sesso in lattice. 
E la cosa è andata più o meno così.

'Buona sera! Posso aiutarvi ragazze?'
e già qui ti insospettisci e innervosisci, perchè sei in un momento di imbarazzo puro misto a 'sono entrata in un sexy shop' e 'sono entrata con una mia amica, quindi sia io che te sappiamo che non comprerò mai nulla'.
'Si..cioè...stiamo cercando un vibratore..esterno'.

'Uno clitorideo insomma.' e qui ci squadra come due educande del sud, iniziando a zampettare allegramente e con fare esperto vero gli scaffali, tirando fuori oggettini coloratissimi, a forma di cono gelato, di coniglio, di mangusta subsaahriana e persino uno a forma di rossetto che, conoscendomi, avrei scambiato per uno dei miei, ritrovandomi poi a sborsare un altro cifrone alla kiko per tutti i tentativi falliti di ritrovare il vibrante amico.

'No beh, guardi..' timidamente 'cercavo qualche cosa di più discreto e *meno costoso*' sussurro dopo aver visto passarmi sotto al naso conti da regina Elisabetta. Chi cazzo spende 40€ di un rossetto finto e vibrante?! Ma manco alla Mac caccio quei soldi.
Inutile dire che ci guarda male e mi rifila un subprodotto da magazzino cinese imballato nel cellophane, 16 € e se sei fortunata ti becchi pure la malaria asiatica.
E pensavo di essermela cavata, fino a quando la mia accompagnatrice non tira fuori uno di quei vibratori telecomandabili a distanza. Una cosa tipo Batman.

'Ecco quello funziona così' e qui già sapevamo che sarebbe finita male 'Tu...' rivolgendosi a me puntandomi contro quell'uovo satanico come un'arma 'Lo infili e lei..' prende in ostaggio l'amica 'Quando siete fuori a cena premi il pulsante e la fai eccitare.'
Bam.
Semplice, eravamo la coppia lesbo del sexy shop.
Inutile dire che tutta la disinvoltura della commessa, mista alle taroccate cinesi a forma di coniglio ci hanno destabilizzate.

Questa storia ha un epilogo?!


Siamo uscite dal famigerato buco del demonio e siamo entrate in quello di fronte, dove già sull'uscio capivi che c'era aria di sudiciume e di sconcerie.
Proprio quello che piace a noi.
Il fatto che poi fossero tutti chiusi sotto chiave dentro delle vetrinette riflettenti mi ha preso il cuore.
Sentivi proprio aria di 'non mi fido di te, lurido sudicione zozzone, tanto che chiudo tutto a chiave, così le tue mani sporche di sesso non toccheranno la mia altrettanto immonda merce'.
E il commesso era spettacolare. 
Giovane e ha subito capito che doveva buttare tutto in caciara con noi.
'Un pene finto ahahahaha!'
E giù a darci di gomito dal ridere.

Abbiamo comprato?!
Non lo saprete mai, sudici zozzoni immondi.

Un bacio.

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