La grande avventura

Le persone con cui normalmente parlo - poche, molto poche - sanno oramai che da dove sono vissuta per circa 15 anni mi sono spostata altrove. E la cosa è stata più complicata del previsto.

Non vi tedio con i dettagli, basti sapere che la casa in cui dovevamo andare ad abitare, per un disguido o per l'altro ci è stata concessa solo verso la fine di gennaio, termine nostro per lasciare la vecchia casina. Tutto ok, no?! Giuste come un orologio svizzero, cosa che il mio ciclo si sogna, no?!

Eeee no, peccato che la casa fosse al grezzo.

Quindi, immaginatevi il gioco del lupo la capra e il cavolo. Ve lo state figurando? Ok, ora trasportatelo sulla nostra famiglia. Io modestamente vorrei essere ricordata come il lupo. Al resto della famiglia assegnate ovino o ortaggio che volete.

Ecco, quindi dal ridente paesino dove eravamo allocate ci siamo trasferite in un appartamento 'temporaneo'. Solo che tanto temporaneo non è stato.
Un posto che in grazia a dio c'era, ma fidatevi, si passava da una casa dove se uno voleva poteva far finta che l'altro non esistesse a uno dove sentivi le scoregge reciproche come sveglia mattutina.

La sveglia a scoregge non l'hanno ancora inventata, così tengo questa come immagine esemplificativa del disagio.

Comunque c'è da dire che questa esperienza ci ha fortificate. Io e mia madre abbiamo finalmente raggiunto un'intesa: mia sorella è di troppo.
Ma d'altronde una che esordisce con 'Per fortuna piove, così quest'estate non siamo SICCITI'
può benissimo essere eliminata.

Ma tralasciando questa piccola parentesi di quattro mesi, ora finalmente siamo entrate nella fatidica casa nuova.


E nonostante quattro mesi di lavori, ancora non è tutto pronto. Perchè ho scoperto, grazie a mia madre che si è venduta l'anima per starci dietro, che molte cose hanno dei tempi lunghissimi per arrivare. Tipo le cucine. Tipo ci vogliono due mesi.
Quindi, evviva il campeggio.
Ma la soddisfazione di riavere le proprie cose e di non dormire su di un materasso per terra non ha prezzo.
Questo la dice lunga sul consumismo e l'attaccamento alle cose.

L'unica che se la passa da dio è la Mimì.
Questo gatto è una bestia di satana.
Se normalmente gli animali fanno fatica ai cambiamenti lei, nonostante lo spostamento di tre case, ha una fame da bambino sponsor dell'unicef ed è isterica come sempre.
Ci sarebbe da imparare da lei.

Se c'è una cosa che adoro però è la mia camera da letto. Mi rispecchia.
Infatti fuori c'è un vecchio cesso abbandonato, un cesso vero.
Penso che sia il ritratto della mia anima.


Bom, post finito.

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