Il cinema a vent'anni è il buco del diavolo.

Questo nuovo post va letto con gli occhi di chi non ha da subito scoperto le gioie di cineblog, ma ha fatto i salti sul divano del salottino quando finalmente hanno iniziato a masterizzare le videocassette.

Quelle persone che quindi erano costrette ad andare al cinema se volevano vedere il Titanic, altrimenti dovevano aspettare che dall'albero della cuccagna cascasse la cassettina, che comunque avrebbe visto si e no una decina di volte prima che il nastro si rovinasse e che si confondesssero Rose per Jack.


Quindi questo bellerrimo post è per tutti quelli che quando mettono 'I'm blue da ba di da ba da' non si sentono dei 2000 clandestini, che si sentono autorizzati a mettere magliette '90s are back' ignari che i 90's sono si dietro di loro, ma pronti a randellargli il pube con dei mangiadischi portatili.

Perchè si, il mangiadischi portatile è stata la peggio bestia di quei tempi, era impossibile ficcarselo in tasca e ponderavi sempre se mettertelo ar culo o socializzare.


Lo so, sono una 93, quindi grossi diritti non ne devo muovere. Ma ho sofferto le tute da ginnastica e i parka colorati che manco un epilettico sotto acidi riuscirebbe a concepire, quindi faccio quello che voglio.

Per tutte queste persone andare al cinema ormai è una specie di hobby unicamente ludico, come andare alle corse dei cani con dei cappelli che sembrano delle sculture di uno stilista gay sotto effetto di metanfetamine. 


Quindi la scelta del film da vedere è molto curata.
Appena parte il trailer inizia la sciarada da sensitivi, il totocalcio da mentalista per capire se il film vale gli otto euro di ingresso o meno.
C'è chi va persino dal suo sensitivo personale. Noi donne ci tastiamo le tette sperando di cogliere informazioni come quando facciamo le previsioni meteo.


La cosa non è altrettanto semplice nemmeno per i film cacata. 
Perchè pure li, gli otto euro, devono valere due ore di risate, altrimenti cor cazzo.
Ieri, con un gruppo scelto di zitellone over venti, abbiamo optato per un film a caso, tanto erano tre euri. E, per inciso, erano tre euri per Zac Efron. Quindi li valeva.
Solo che portare quattro ragazze a vedere un bel culo è come liberare quattro scimmie in una fabbrica di banane. E vabbè, oltre al culo c'era pure la banana, Quindi eravamo proprio quattro scimmie.


E capisci di essere inadatta al multisala già all'ingresso.
Arrivi in ritardo, perchè quando eri bimba il tragitto era casa-cinema.
Ora che hai ventitre anni e quattro lire in tasca il tragitto è

Casa..
Centro..
Negozi..
Spritz con campari..
Sbagli strada perchè vai storta..
Ti bevi un caffè perchè sennò ti addormenti in sala e sai che sbavi..

Cinema.


E fuori dal multisala ti sale un ansia da guerra. Dovevi arrivare entro le otto, altrimenti ti annullano i biglietti, e vedi sullo schermo che i posti sono esauriti. E dentro di te sai che sono le otto e un quarto e la cassiera è stronza dentro perchè è stata appena mollata dal moroso e il gatto ha la diarrea. Quindi il tuo posto non è garantito.
Per fortuna c'è il piano B, ovvero ripetere il percorso di prima al contrario, soffermandoti al bar per la durata del film, e forse non tornare a casa, ma sono dettagli. E incolpi già la cassiera del tuo futuro alcolismo, e ti prepari dei frasoni da senato spartano per farle vedere chi ha la vagina che morde.

Attorno a te l'aria è quella da 50 sfumature di stronzi.
Tutti che pomiciano, si abbracciano e si vogliono bene.
Più in la c'è pure chi mette in cantiere dei figli, tanto ora che arrivano a pagare il biglietto dovranno cambiare film perchè 'Dirty grandpa' è vietato al minore che ormai avranno già partorito. 


Arrivate alla cassa i posti ci sono ancora, e ti penti di aver maledetto quella poverina alla cassa. Anche se poi torni a maledirla perchè non sei andata a bere e ti devi sorbire un film per due ore sperando di non addormentarti.
Presi i biglietti parte la fase più drammatica. 
Il momento libagioni.
Dentro di te hai il trauma infantile dei tuoi genitori che non ti compravano i pop corn perchècostanotroppo. E in cinque minuti diventi ingegnere astrofisico per calcolare cosa puoi prenderti con il resto del biglietto, senza andare in bancarotta e senza sfondare la sedia del cinema. 
E una voce malefica arriva da una del gruppo delle bertucce assatanate.
'Perchè non smezziamo un bicchiere di caramelle?'
Basta, è la fine. 
Parte un altro flashback sui tuoi traumi infantili, eclussi quello dei pop corn, scavi più nel profondo e scopri che alla base di tutte le tue sfighe e stranezze c'è il veto sulle caramelle.

Sei bipolare? Colpa delle caramelle.

Sbucci le banane coi piedi? Colpa delle caramelle.

Hai dato fuoco alla tua casa? Tutta colpa delle caramelle.

Anni di psicoanalisi e giornaletti di cioè per capire cosa non andava nella tua vita, in realtà sono solo le caramelle.
E allora accetti, senza sapere di aver firmato col Diavolo. 
Perchè quando eri piccola c'era la mamma che ti frenava. Ora hai la fame dell'Uganda repressa, l'abilità di ficcare un numero x di troiate in una borsa grande come un tampax e l'incapacità di contenerti che quando arrivi ai cinquanta si trasforma in pipì nelle mutande.


In un bicchiere piccolo come il pugno di un bambino riesci ad infilare: 20 orsetti gommosi, 10 vermi colorati, 5 more, 10 coca cola, 6 frizzine, indefinito numero di coccodrilli e 2 rane giganti, che rischiano di saltar fuori. Ponderi persino di prendere l'accendino per scioglierle tutte assieme in un unico mappone di zuccheri, solo per poterne prendere ancora.
Ma l'amica saggia, con la fedina penale di un gangster nero di periferia, ti fa notare che alla pausa possiamo tornare a prenderne altre con lo stesso bicchiere, e incolpare un bambino a caso.



Entri in sala e ti accorgi che la prima fila è ottima per la tua miopia, ma capisci anche che calarti un acido e fissare il muro sarebbe stato uguale.
E la prima frase che scaturisce da una delle tue accompagnatrici riassume tutto il pensiero collettivo.


'Non mi sono mai lamentata di una cosa grande. Ma questo è troppo.'

Vabbè, ti dici, tanto è un film medda, sei venuta solo per una fetta di culo. Quindi calmi la tua sete di vendetta contro quegli sciacalli delle ultime file.
Il film inizia e le scimmiette aspettano solo lui.
Ti delude un po' la mise da golfista gay con le cataratte, e ti accontenti di agitare le mani gridando 'UUUUUH E' LA MIA CANZONEEE', ogni volta che mettono su un pezzo ghetto prodotto da un duemila qualsiasi.


Poi alla fine i registi del film capiscono che il pubblico medio presente in sala sono delle ventenni arrapate che sono venute solo per il manzo, e quindi da una scena all'altra il buon vecchio Zac è nudo, e decidi che alla fine non era così male all'epoca di High school musical,e  valeva la pena sperare e aspettare.


Parte il boato di estrogeni tipo ola dalle prime file fino a quelle in fondo. I pochi maschi che hanno accompagnato le loro morose hanno capito di aver preso una terribile decisione, o sono diventati gay.
E per fortuna in questo film c'è una palese assenza di trama, con dei buchi di sceneggiatura pazzeschi, colmati da muscoli e uccelli a caso, così sei autorizzata ad alzarti quando vuoi, farti un giretto o seguire i culi come un segugio da tartufo. Tanto se perdi mezz'ora son sempre allo stesso punto. 
Alla fine della proiezione parte pure l'applauso.
Per il culo, diciamolo pure.


Bene, ora spero che da questo post i maschietti abbiano imparato una lezione e le femminucce abbiano prenotato un posto per 'Nonno Scatenato'.

Ciao.

Share this:

, , , , , , , ,

CONVERSATION

0 commenti:

Posta un commento